Autofagia e Digiuno – Attenzione come ogni articolo su salute che appare su cocooa.com questo va preso per quello che è: una raccolta di appunti interessanti, potenzialmente utili ma anche pericolosi. Quando poi si parla di trend recenti e sempre buona cosa parlare col medico. Il digiuno si fa da sempre e stanno venendo fuori tanti studi, ma non siamo di sicuro arrivati a mettere la parola fine alla ricerca in questo ambito.
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Autofagia: cosa è?
L’autofagia è uno dei meccanismi biologici più potenti che conosciamo, e lavora silenziosamente dentro ogni cellula del nostro corpo.
Il termine viene dal greco e significa “auto-divoramento”: un nome che può spaventare, ma in realtà descrive un processo di rigenerazione cellulare. L’autofagia è il modo in cui il corpo smaltisce proteine difettose, mitocondri danneggiati e scarti tossici, impedendo che si accumulino e accelerino l’invecchiamento.
Quando si attiva, l’organismo inizia letteralmente a “ripararsi dall’interno”. È un processo così importante che lo scienziato Yoshinori Ohsumi ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 2016 per averne dimostrato il funzionamento.
Digiuno: la via più naturale per attivarla
Il digiuno intermittente (16–18 ore senza cibo al giorno) è uno dei metodi più semplici per stimolare l’autofagia: dà tempo al corpo di interrompere la digestione e iniziare le riparazioni cellulari.
Forme più intense di digiuno (24–72 ore) spingono ancora più a fondo: eliminano mitocondri vecchi e lasciano spazio a nuove “centrali energetiche” più efficienti.
Anche la restrizione calorica moderata (20–30% in meno di calorie, senza carenze) ha dimostrato di allungare la vita negli animali e di migliorare i marcatori metabolici negli esseri umani, come mostrato dallo studio CALERIE.
Movimento e sonno: due alleati insospettabili
- Esercizio fisico: corsa, allenamenti ad alta intensità o semplice attività quotidiana attivano l’autofagia in muscoli, cuore e cervello. Ogni passo dice al corpo: ricicla, ricostruisci, rinnova.
- ritmo circadiano e sonno: l’autofagia segue l’orologio biologico. Dormire male la blocca, mentre un sonno profondo e regolare la attiva, permettendo alle cellule di rigenerarsi.
Nutrienti che la stimolano
La natura ci fornisce anche molecole capaci di innescare l’autofagia:
- spermidina (grano germinato, soia, funghi): associata a longevità e miglioramento della memoria.
- resveratrolo, EGCG (tè verde), curcumina (curcuma): polifenoli che attivano enzimi protettivi come AMPK e sirtuine.
- NMN e NR: precursori del NAD+, essenziale per la riparazione del DNA.
- berberina e metformina: mimano gli effetti del digiuno.
- rapamicina: il farmaco con gli effetti più forti sull’estensione della vita negli animali.
- acidi grassi omega-3: favoriscono l’autofagia in cervello e cuore, proteggendo da demenza e malattie cardiovascolari.
Tecnologie moderne che la potenziano
- termo stress: calore (saune) e freddo (docce fredde, bagni di ghiaccio) attivano proteine protettive e stimolano l’autofagia.
- ossigenoterapia iperbarica: può allungare i telomeri e supportare la rigenerazione cellulare.
- fotobiomodulazione (luce rossa e infrarossa): migliora la salute dei mitocondri.
- terapie senolitiche (come fisetina o dasatinib + quercetina): eliminano cellule senescenti, lavorando in sinergia con l’autofagia.
Le migliori ricerche scientifiche sull’autofagia
1. Restrizione calorica e via TOR
- restrizione dietetica (DR) o inibizione della via mTOR; silenziamento con RNA interference di geni dell’autofagia (come bec-1, Ce-atg7).
- Risultato: DR o inibizione di mTOR aumentano l’autofagia; l’estensione della vita indotta da queste pratiche scompare se i geni dell’autofagia vengono disattivati.
- Significato: dimostra che l’autofagia è necessaria per uno degli interventi più solidi e studiati che allungano la vita (la restrizione calorica) in un modello animale classico.
? PubMed
In sintesi
L’invecchiamento accelera quando cellule e proteine danneggiate si accumulano.
L’autofagia è il sistema di pulizia interno del corpo, e mantenerla attiva significa invecchiare più lentamente e vivere più a lungo in salute.
Attivarla non richiede tecnologie futuristiche: basta digiunare, muoversi, dormire bene, scegliere alimenti e composti mirati, e — se necessario — integrare con terapie moderne.