Halo Effect: l'effetto Alone / Aureola: come ci influenza e perchè bisogna ricordarsi della sua presenza.
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Facciamo subito un esempio: sei bello tranquillo per i fatti tuoi e si avvicina un signore di mezza età, ben vestito, sbarbato, che potrebbe essere uscito dall'ufficio da 10 minuti e ti di dice che lo hanno appena derubato del borsellino: ti chiede un paio di euro per il biglietto del treno.
Cosa fai?
Probabilmente gli dai i soldi o gli compri il biglietto, perchè "poverello che sfortuna".
Stessa scena, ma questa volta arriva lo stesso signore, vestito da buttare via e ti chiede qualche moneta per prendere il treno, dicendo che lo hanno appena derubato
Cosa fai?
Magari qualche decimo glielo sganci pure, ma già sai che sono soldi che finiranno in alcool.
Complimenti, sei anche tu influenzato dall'effetto Halo.
Piccola consolazione: tutti sono influenzati dall'effetto Halo.
Facciamo un secondo esempio.
Stai parlando con una persona, questa è alta, sana, bella (addirittura attraente): a parole non sembra così brillante. Inspiegabilmente, finita la conversazione, sei convinto che il prossimo incontro ti saprà ammaliare con la sua intelligenza, di cui hai notato dei piccoli guizzi.
Stai parlando con una persona, questa è piccola, bruttina e, esattamente come quella precedente nemmeno troppo brillante nella conversazione. Finita la chiaccherata la etichettate come ignorante senza giudizio.
Complimenti sei stato influenzato dall'effetto Halo un'altra volta!
E se hai detto: "ma io non sono così" sei stato influenzato (almeno) anche da un altro Bias cognitivo: il realismo Naïve (ne parliamo un'altra volta magari)
Seconda piccola consolazione: tutti sono influenzati dall'effetto Halo e dal bias del realismo Naive.
Quando incontriamo una persona nuova, quando approfondiamo la conoscenza di qualcuno che è entrato da poco nella nostra vita, quando entriamo in una stanza piena di sconosciuti, quando stiamo ascoltando un venditore, la nostra mente interpreta automaticamente le informazioni in suo possesso per farsi un'idea (sommaria) di chi ha davanti.
il cervello per velocizzare ed economizzare le proprie risorse cerca degli schemi ricorrenti per avere dei dati utilizzabili da subito durante la comunicazione.
Il processo è vagamente così:
Quando questo giudizio, poi, è influenzato dall'aspetto esteriore di un individuo siamo in presenza del cosiddetto Halo Effect, (tradotto nell'osceno effetto alone, quando effetto aureola sarebbe la traduzione corretta).
Si tratta di un bias (errore) cognitivo dal quale dobbiamo renderci conto perché, molto spesso porta a errori di interpretazione, con varie conseguenze.
Ma cerchiamo di capire meglio di che si tratta, andando prima di tutto a scoprire la definizione di Halo Effect.
Facciamo un piccolo passo indietro per scoprire perché l'halo effect entra in azione. Il motivo è molto semplice: la nostra mente cerca, semplicemente, delle scorciatoie cognitive. Il nostro cervello, infatti, funziona (a grandi linee) prendendo come riferimento mappe o schemi mentali considerati validi, così da affrontare o fronteggiare rapidamente gran parte delle situazioni con cui si ritrova ad avere a che fare. La scorciatoia porta quindi a un errore di valutazione quando, per affrontare una situazione, le mappe mentali consolidate non sono più valide ma necessitano, semplicemente, di un "aggiornamento" per affrontare nuovi scenari.
Di fronte a uno sconosciuto, quindi, è molto più semplice cercare in lui caratteristiche stereotipate con le quali possiamo dargli immediatamente un'identità: in questo modo la nostra mente riuscirà a prevedere che cosa dovremmo aspettarci da una situazione che vede protagonista questa persona in relazione a una situazione che ci troviamo a condividere con lei.
L'effetto Halo può essere spiegato come il comportamento (inconscio) di fare valutazioni e dare giudizi su qualcuno o qualcosa basandosi su delle cose che non sono correlate.
E' quell'errore cognitivo che ci porta a prestare attenzione a un'unica caratteristica positiva di una persona per valutare globalmente un soggetto, estendendo questa positività anche ad altre caratteristiche non possiamo conoscere.
In sintesi, ritenere una persona elegante, attraente o piacevole alla vista ci porterà a pensare che sia buona, onesta e meritevole di soccorso. Questo è, in poche parole, l’halo effect.
Se cercato su internet ci sono un milione di studi che dicono che l'essere attraente tipicamente diminuisce le punizioni, anche per casi legali uguali.
Ho scritto tipicamente perchè c'è un'eccezione: se il crimine di cui si è macchiata la persona é strettamente correlato all'aspettto fisico (es una donna che manipola un uomo per prendergli dei soldi) allora la punizione sembra maggiore rispetto a un crimine qualsiasi (es furto)
Risposta breve: forse Sì.
Nel dettaglio: uno studio abbastanza vecchiotto (del 1974) di Landy & Sigall ha dimostrato che l'aspetto esteriore impatta sul giudizio dei risultati scolastici. E un altro del 2011 conferma questo. Vediamo nel dettaglio
L'esperimento di Landy e Sigall: a un 60 studenti divisi in tre gruppi viene chiesto di dare dei voti a delle composizione: una ben fatta e una mal scritta.
20 di questi testi hanno allegata un'immagine dell'ipotetica autrice - un ragazza molto attraente, 20 hanno un'autrice poco attraente e gli ultimi venti, il gruppo di controllo, senza foto.
Mi rendo conto che il campione è ridicolo ma proseguiamo. In una scala da 1 a 9 il testo ben scritto dall'autrice attraente ha preso 6.7 contro i 5.9 della non attraente e un 6.6 del gruppo di controllo.
Per il testo mediocre invece l'autrice attraente prende 5.2, il gruppo di controllo 4.7 e la non attraente un devastante 2.7.
Dal poco che si può desumere quindi sembra che
Uno studio più recente (2011) di Moore, Filippou, & Perrett
Nello studio del 2011 da 300 immagini di persone vere, catalogate per livello di intelligenza percepita, sono state create artificialmente delle immagini composite. L'obiettivo era capire se la bellezza di una persona modifica la percezione che si ha di questa persona.
Lo studio è stato fatto su circa 250 studenti del sesso opposto di quelli nell'immagine.
Risultato: sulle donne l'intelligenza percerpita non impatta sulla loro attrattività, mentre invece per gli uomini il risultato cambia molto: lo studio non è chiaro nel distinguere se l'intelligenza è un fattore che contribuisce all'essere attraente oppure l'essere intelligente fa sembrare più attraenti.
Anche in questo caso, ci sono studi che dimostrano che l'essere attraente e familiare (il più recente che ho recuperato: Verhulst, Lodge & Lavine ) è uno dei dati fattori più comuni quando si fanno predizioni di voto...
Trovare una ragione per questo non è facile, e anche in questo caso si rischia di cadere in errore. Sembra però che l'ipotesi più accrediata sia:
E' quindi facile immaginare il motivo per il quale l'halo effect sia intrinsecamente pericoloso: se ci concentriamo possiamo scorgerne gli effetti (anche ben documentati) negli ambiti più diversi della quotidianità: dalla giudizia alla politica, l'effetto alone è utilizzato e sfruttato anche nel marketing. Ed ecco che, con l'halo effect in azione, durante un processo un imputato potrebbe essere giudicato in modo diverso in base al suo aspetto fisico, con elergizione di pene meno severe per chi è più attrente; o, ancora, durante le elezioni potremmo essere portati a votare un canditato rispetto ad un'altro in base al suo aspetto esteriore al modo in cui appare ai nostri occhi.
Saperlo non ci salva dal suo impatto, ma ci permette di prendere delle decisioni più complete.
Non sarà quindi una sorpresa scoprire che, quando in psicologia si parla di Halo Effect vale anche l'esatto contrario (horn effect / effetto corna): l'eventuale sgradevolezza visiva di una persona verrà estesa alla totalità del suo essere e, oltre che “brutta”, essa sarà giudicata anche cattiva e poco raccomandabile.
Inutile dire che l'halo effect (almeno inizialmente) oltre a impedirci di conoscere veramente chi abbiamo di fronte, ci può traghettare verso comportamenti che, in realtà, sono inappropriati verso la situazione che stiamo vivendo: perché dovremmo essere più portati a soccorrere una persona ben vestita piuttosto che un soggetto che appare sporno o con i vestiti lacerati?
Non sono le scorciatoie mentali il modo corretto per affrontare una situazione: per affrontare qualsivoglia evento è necessario mettere in modo il cosiddetto pensiero critico. Perché se è facile riconoscere l'esistenza dell'halo effect è però difficile capire quando quest'ultimo è in azione.
Per sconfiggere l'halo effect e agire scevri da pregiudizi è necessario porsi qualche domanda in più sulle situazioni che ci troviamo a vivere, affinando (appunto) il pensiero critico. Solo così saremo (più o meno) sicuri di aver preso una decisione con la nostra testa.
Nei prossimi mesi (leggi = anni :-) su cocooa vi proporrò altri Bias Cognitivi, delle strategie di decisione making e di chiarezza mentale. Continuate a seguire il blog
Affascinato dalle potenzialità del cervello rimane folgorato dall'uscita di MEMO, nel 1992. Soltando 10 anni dopo inizia però a studiare altre discipline. Nel 2008 apre il suo blog di Content Curation, Cocooa.com e poco dopo anche il portale per sport di lotta e MMA Grappling-italia.com
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