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L'incipit è molto forte quindi permettimi di parlare sia dei punti a favore che quelli a sfavore, soppersarli e solo poi trarre delle conclusioni: ti prego di dirmi la tua nel commenti.
Parliamo in questo caso di bullismo fisico, tra bambino e bambino.
E' una regola di natura: E' la preda più debole quella presa di mira dai predatori. Non essere la preda più debole riduce al minimo questo rischio.
Ecco alcuni dubbi e perplessità che mi sono venuti mentre leggevo il documento originale da cui ho tratto questo articolo
Anche io aborro la violenza ma come dice un antico detto giapponese:
"Meglio che ci siano dei samurai a coltivare fiori che degli agricoltori su un campo di guerra"
Vero, ed è - in maniera controituitiva - proprio per questo che mi piace questa idea del far gestire la situazione ai propri figli. Se non condideriamo il primo contatto come un atto di bullismo, ma qualcosa di più naturale, il tutto si risolve nel peggiore dei casi in una normale baruffa tra bambini, esattamente come si fa tra fratelli.
E' infatti nelle corde del bambino rispondere agli attacchi. Ma il più delle volte siamo noi a impedirgli di difendersi... a parole o in altra maniera.
Non so, e non voglio dare consigli specifici (ogni famiglia è un sistema a parte), quindi vi passo alcuni consigli che secondo me vanno nella direzione giusta.
Ok sembra una cosa ovvia, ma ogni volta che picchiate vostro figlio (perchè magari prende un insufficiente a scuola) o gli fate subire un'ingiustizia ("E' cosi perchè lo dico io") gli state rimarcando che non c'è un cazzo da fare, deve stare zitto e muto, fatelo una volta, due, dieci... cosa impara vostro figlio?
David Coleman, lo psicologo clinico specializzato nel lavoro con bambini e teenagers che mi ha ispirato a scrivere questo articolo afferma che è importante per i bambini che vengono regolarmente presi in giro, spintonati e derubati abbiano la possibilità di imporsi, anche se questo vuol dire avere poi problemi con l'insegnate.
E che questi devo farlo da subito, alla prima occasione che ci sia qualche tipo di vessazione, anche minore.
La discussione parte dal presupposto che è nella natura dell'essere umano (anche se ancora in divenire) che un singolo o un gruppo se la prendano con un altro bambino: un nutrito gruppo di insegnanti e genitori sostiene di lasciar loro fare, usare le parole, ignorandolo, evitandolo, dicendolo alla maestra e dimostrando così che non si vuole scendere al loro livello.
David Coleman sostiene che cosi facendo si possono avere due reazioni:
Nel primo caso tuo figlio ha subito un sopruso e basta, nel secondo caso ne avete creato la perfetta situazione bullo-vittima,
lo psicologo irlandese continua dicendo che è molto raro che succeda il punto uno, ma ha notato che "... nella maggioranza dei casi se un attacco fisico corrisponde una risposta fisica, come uno spintone, può degenerare in uno scontro fisico completo, ma raramente la cosa si ripete."
L'attaccante ci pensa due volte a dare fastidio al bambino che risponde colpo su colpo, perchè richiede molte più energie. E' molto più facile andare a rompere i coglioni a qualche altro bambino, che è un target più facile.
"Quando il bambino si sottometto all'attacco iniziale, per quanto piccolo, lo espone a un rischio di ricerne altri i giorni seguenti.
Non rispondendo il messaggio è chiaro: "non resisterò, accetto la tua dominazione su di me""
Ma perchè mai un bambino dovrebbe accettare la dominazione di un altro?
Coleman chiede anche per quale ragione un bambino dovrebbe accettare la dominazione di un'altro...
"Chi ha dato il permesso a quell'altro di maltrattare mio figlio? Nessuno. Ma i bambini hanno il diritto di difendesi"
Mette le cose in chiaro dicendo chiaramente che "nessun genitore deve far passare il messaggio che picchiarsi sia ok o addirittura desiderabile". Esclude anche la possibiltà di incoraggiare i nostri bambini acolpire per primo.
Crede però "che è ok per un bambino sentire che anche il litigio ha il suo spazio. E' ok per un bambino sapere che è accettabile rispondere a uno spintone con uno spintone. ".
Voglio anche essere chiaro che sto parlano soltanto di risposte ad attacchi fisici e bullismo fisico. Non parlo di risposte a un bullismo verbale, psicologico e cyberbullismo.
Ognuna di questa è un'esperienza separata e distinta che ogni bambino potrebbe soffrire e ci sono modi di rispondere a esse in maniera separate e distinta. Rispondere dente per dente in questi casi non è il modo migliore.
Il bullismo fisico ha le sue strade e richiede, secondo Coleman, le sue risposte particolari. Crede quindi che combattere il fuoco con il fuoco sia un modo appropriato in questo caso.
Attenzione genitore: Se si accetta che la baruffa ha il suo spazio, bisogna accettare che il proprio figlio possa prenderle, che subisca ferite, o che ferisca il bullo, può succedere che l'insegnate possa vedere solo una parte che tuo figlio prenda pure delle note a scuola.
Tuo figlio è pronto a difendersi. Tu sei pronto invece?
David Coleman è certo che nel lungo periodo questo atteggiamento sia assolutamente vincente.
"Si parla molto di iscrivere tuo figlio a qualche arte marziali (vedi sotto). Le arti marziali non insegnano a essere aggressivi, ma insegnano la disciplina e le abilità per difendersi.
Sapere di avere le abilità e le capacità di difendersi dà ai tuoi figli un nuovo modo di vedere il mondo e un carattere diverso. I bambini con queste abilità spesso trasudano quella sicurezza che tiene lontano gli attacchi.
Non mi piacciono le aggressioni fisiche, Faccio di tutto per evitarle. Incoraggio i miei figli ad evitarle. Ma se non possono evitarle voglio che i miei bambini sappiano che hanno il permesso di rispondere colpo su colpo."
La sicurezza in sè traspare... è molto raro vedere un bullo prendersela con qualcuno sicuro dei suoi mezzi. Praticare movimento e sport va bene, ma uno sport di lotta è obbligatorio.
La lotta non prevede percosse, ma soltanto prese, strattoni, imparare a stare calmi sotto pressione, resistenza al dolore, nutre una forza fisica importante. Quindi non solo tuo figlio impara a difendersi in maniera super efficace, ma lo fa assecondando la propria natura.
Gli sport da contatto (pugilato, kick boxing) e le arti marziali tradizionali, (karate su tutti) per quanto utili per mente e corpo non sono indicati per un bambino troppo piccolo... ne c'è bisogno che impari a tirare pugni forti ne tantomeno ha bisogno di prendere dei colpi quando il cervello si sta ancora sviluppando.
Per i marzialisti: non parlarmi di kata o robe del genere, non centrano nulla col tema del post.
Se è già un teenager invece, i rudimenti della componente in piedi possono avere la sua utilità, ma anche in questo caso, siamo fuori tema.
Il bullismo fisico inizia con qualche azione a cui il potenziale bullo riceve solo vantaggi. Rispondere a questa azione aumenta i costi per il potenziale che cerca un'altra preda
Per fare in modo che tuo figlio possa difendersi bisogna
Affascinato dalle potenzialità del cervello rimane folgorato dall'uscita di MEMO, nel 1992. Soltando 10 anni dopo inizia però a studiare altre discipline. Nel 2008 apre il suo blog di Content Curation, Cocooa.com e poco dopo anche il portale per sport di lotta e MMA Grappling-italia.com
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