Ogni giorno incontriamo degli alieni che ci danno qualcosa. Si mostrano nella forma di persone la cui opinione diversa. - William Shatne
Articolo che è in pancia da anni ma solo dopo aver letto un articolo sul blog del girola (qui) mi sono deciso di finire. Parlo della difficiltà di dare "voti" a un'opera, recensirla o come piace definirla a me... "dare un parere informato". Nell'articolo faccio esempio di fumetti per due motivi:
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ogni definizione si porta dietro delle presupposizioni: dare un parere informato presuppone la conoscenza del prodotto, che non sempre è tale, ma più tollerabile - per i miei standard - del professo' che da i voti o dell'intelettuale che "recensisce".
Manolo ma che stai a di'? In tutti i tuoi video parli di recensione!
Hai ragione, e lo faccio principalmente perchè quello è il termine comune di ricerca (sono prono al SEO) e perchè il contesto (parco, io in maglietta o a piedi nudi, linguaggio molto semplice ) ammorbidisce il priming del "so tutto io". Per quello che uso le parole "recensione" e "parere informato" come intercambiabili, anche se non lo sono.
Da recensore compulsivo la psicologia dietro le mie “recensioni” non è fare il figo, ma connettere persone che hanno i miei gusti, particolari e specifici non solo nella nicchia specifica, ma anche e sopratutto nei titoli della stessa.
ho sempre tollerato POCHISSIMO i critici dei film che buttano stelline a caso, cosi come i siti di recensioni condivise dove il gran numero di voti equalizza gli spike. I voti estremi sono quelli che alla fine trovo personalmente più di valore e che quindi ricerco e mi interessano maggiormente.
Se per esempio uno da 2 stelle su 10 a souten no ken (il fumetto di ken il guerriero, porcheria assoluta), quando il resto del mondo da 8 o 9 (o rimandendo in tema con cocooa.com The power of now di Tolle ) quello è uno che la pensa come me e lo seguo… se poi scopro che magari ha amato titoli più controversi che sono piaciuti anche a me lo vedo come un’anima simile e sono pronto a seguire dei suoi consigli…
uno che mi fa un pippotto di 900 parole sull’epistemologia di – esempio recente - dylan dog 30 anni, che legge cose che non ci sono e per ogni vignetta trova la citazione ha per me utilità zero: Alla fine le domande che vogliono una risposta sono se spendo 4 euro, li vale o no? è cosi bello che mio farà prendere un altro numero? mi fa venire voglia di leggere i numeri precedenti e/o dello stesso autore?
Queste sono le risposto che cerco e che spesso voglio dare.
Una cosa che vorrei chiarire prima di continuare:
Le 5 stelle che darei a Persepolis della Satrapi (giudicate con il metro del romanzo/graphic novel) non valgono come le 5 stelle che del manuale Prometheus rising di R.A.W. per esempio.
Una cosa è il mio blog coi lettori che mi conoscono rispetto a un sito terzo…
esempio amazon (qui le mie recensioni su Goodreads)… se prima ero molto più equilibrato, ultimamente gioco più sugli estremi perchè mi rendo conto che l’esperienza di lettura è diversa…
vado su amazon per trovare i pro e i contro, che spesso non esistono dei 2-3-4 stelline (non per colpa del sistema delle stelline, ma nostra di lettori) quindi leggo le recensioni a 1 stella per capire i problemi dell’opera, eventualmente quelle 3-4 stelle per capire cosa può essere migliorato … ma spesso – tra un hater e l’altro – quelle da 1 stella sono meglio di quelle da 5, perchè più specifiche.
un errore in cui cado anche io spesso è consigliare un libro per una tipologia di lettori diverse da quello che sono io.
Prendo un romanzo di hard sci-fi, mi piace e posso dire – con discreta sicurezza – che i fan della sci-fi lo apprezzano, altri no.
Prendo un romanzo fantasy (che sto scoprendo essere un genere che non mi piace più... ) mi piace ma nulla più… come posso dire i fan del fantasy lo ameranno? posso solo fare una presupposizione. Magari è vero, magari no.
tanto per tirare in ballo un libro di Alessandro Girola ( di cui sto 2016 ho letto tanti romanzi). Il Grifo è ben scritto, è del girola (di cui ho un mezzobusto in cameretta) e quindi anche se non mi ha impressionato (forse l’unico dei suoi che non ho letto due volte) posso solo presumere che il “problema” del poco sapore che mi ha lasciato sia il mio, ma magari è proprio l’autore che con quel libro era giù di tono…
se dicessi: “i fan del fantasy lo apprezzeranno” sto dicendo una cosa che potrebbe essere falsa.
dire invece: “Ho massima fiducia di Girola come autore e probabilmente il fantasy non fa per me, fatemi sapere cosa ne pensate voi, per ora sono 3/4 stelle” è più congruente secondo me.
Io ho commentato da qualche parte che “Camus - lo straniero” è un libro che ho trovato inutile (come il personaggio) e fastidioso (come lo stado d’animo che hai quando lo leggi) e non ne consiglio la lettura fino a quando si trova una chiave di lettura (che, nella mia ignoranza, mi manca)….
ma sta chiave di lettura chi me la da?
E' giusto dare 5 stelle solo perchè tutti dicono che è bello?
perchè faccio video recensioni non sempre di qualità audio-sonora professionale?
L'obiettivo delle video-recensioni è duplice: da una parte farmi fare esercizio sull'improvvisazione e dall'altra di essere il più naturale possibile. Anche questo è un fattore da considerare... perchè il tizio sta parlando di un prodotto? E' pagato? lo fa per dare aria ai denti? Per amore di cultura? Per essere accettato dal gruppo?
Personalmente mi piace parlare di film oppure numeri singoli di fumetti perchè "vale tutto" (dove a un volume da 8 ne segue uno da 4, ma il giudizio complessivo rimane un bel 7…?) .. è Ok
Regola generale per le mie recensioni quindi: meno investimento chiedo di fare al mio lettore, più a cuor leggero mi do il permesso di cannare e con più probabilità do un parere informato migliore se avessi scritto e calcolato tutto. per questo mi piace video recensire… “buona la prima”.
Riporto un commento all'articolo sopra citato e lascio sotto il mio pensiero.
Chiudo qui la carrellata. Mi prometto di aggiornare quando mi vengono in mente altre cose.
Avevo promesso un aggiornamento, ed eccolo all'alba del 2019. Lo faccio alla luce di alcune letture che sto portando avanti in parallelo (tutti saggi / testi di miglioramento personale).
Nell'ordine sono
La lettura - e la conseguente voglia di parlarne - mi ha messo alcuni dubbi. Il libro di Taled è LA definizione di libro da 5. Utile, bellissimo, ti cambia il paradigma.
Il libro di Grinder non l ho finito, ma è sfidante mentalmente. vedremo cosa si porta a casa
Quello di Harari, caso letterario assoluto, libro consigliato da tutto il mondo, anche chi non lo ha letto, mi è molto piaciuto, ma posso dire che mi ha cambiato la vita? Merita 5 stelle solo perchè è scritto benissimo? anche no se devo dirla tutta. 4 stelle ben meritate, ma non di più
E quello di Giuliodori? E' un libro senza grandi pretese, si legge in 4 ore, tanti consigli pratici, come si posiziona? Per me è un libro da 5 stelle, perchè se va nelle mani giuste potrebbe davvero cambiargli la vita.
Quindi Giuliodori è meglio di Harari? Beh no, e questo crea un corto-circuto nella mia mente semplice. Come è possibile che un libro inferiore sotto quasi tutti i punti di vista prenda un voto maggiore? La discriminante può essere solo quella del "ti potrebbe cambiare la vita"?
La risposta è ancora: No... ma il fattore "cambio di paradigma" è molto importante.
Per uscire da questa impasse ho capito che i libri non sono creati tutti uguali e invece che presumere chi è il lettore tipo mi è più facile presumere dove si vuole porre l'autore.
Giuliodori (grande fan di Harari tra l'altro) non gioca nello stesso campetto di Harari, ma a un altro. Non si pone come filosofo, ma come onesto lavoratore nel settore del miglioramento personale.
Harari gioca in serie A, Harari è un pensatore e come tale i suoi compagni di gioco sono i sopracitati Taleb, Grinder ma anche Bateson, R.A. Wilson, Bertrand Russel, Terence McKenna... è con loro che deve essere messo in comparazione, non con un Cal Newport qualsiasi (con tutto il rispetto per Deep work, che ritengo un libro davvero utile)
Tenendo conto anche di questa variabile contestuale il mio parere informato prende tutto un altro significato e giustifca meglio alcune mie decisioni passate.
Affascinato dalle potenzialità del cervello rimane folgorato dall'uscita di MEMO, nel 1992. Soltando 10 anni dopo inizia però a studiare altre discipline. Nel 2008 apre il suo blog di Content Curation, Cocooa.com e poco dopo anche il portale per sport di lotta e MMA Grappling-italia.com
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Credo che dare dei voti sia limitante, ma a volte utile. Ultimamente nelle mie “recensioni” ho introdotto un sistema decimale per esprimere un voto sull’opera di cui parlo, cosa che non ho mai fatto. Il motivo? Perché la gente che legge spesso ha il bisogno di “inquadrare” ciò di cui si parla in una categoria qualitativa, quindi un determinato voto aiuta la lettura dell’utente più distratto.
Comunque meglio un sistema decimale che non le stelline, strumento alquanto limitante. E tutto questo discorso sta in piedi solo se il fulcro della “recensione” è il commento, non il voto in sé. Un conto è dire “questa opera vale 5” e un conto è dire “questa opera ha X caratteristiche che sono riassumibili in un voto” nel secondo caso il lettore valuterà il voto non come un punteggio ma come un riassunto di ciò che si è detto nella recensione, quindi non confonderà un parere personale con un inutile voto pseudo-obiettivo.
Personalmente vado in direzione opposta: credo che minore è l’ampiezza della scala, maggiore è l’utilità del commento.
Io andrei di 4 stelle (due per il no e due per il si, senza ignavia) o per 3 stelle (vale la pena no, vale la pesa si, lo consiglierei ai miei amici)
sul blog vado per il sistema a 5 per il semplice motivo se Lord Google e i microformati funzionano meglio cosi, e il SEO è importante